Presentazione Lunga...
Una interior designer a Cuneo
Prima ancora di essere un mestiere,
per me l'interior design è una condizione esistenziale.
Un gioco creativo che da piccola
inscenavo con le case della mia barbie, allestendo composizioni
armoniose di oggetti e stoffe, tavole... Dall'adolescenza spostando
la disposizione dei mobili nelle case in cui ho vissuto. Per poi
continuare ad alimentare il mio modo “compositivo” di stare al
mondo ed il mio affascinante lavoro.
Quando entro in un luogo, a colpo
d'occhio, ne colgo pregi, potenzialità sfruttate ed inespresse,
punti di forza, difetti di progettazione e d'arredo. E poi, lasciato
decantare come un buon vino, penso a cosa aggiungerei, toglierei,
sposterei per esaltarne l'essenza, valorizzarla. Un vero piacere
mentale e d'immaginazione.
Penso il progetto di una casa vada
orchestrato come una partitura musicale.
Con dedizione, ispirazione e uno
spiccata consapevolezza percettiva e dello spazio: linee di fuga,
fili ottici, proporzioni, forme, colori, leggi della Gestalt, alti e
bassi, similitudini e contrasti... Non c'è vuoto senza pieno e
viceversa. Come in pittura.
L'imprinting: il talento d'arredatrice
di mia madre, il suo finissimo gusto estetico, la sua sapienza nel
selezionare personalmente aziende leader nel settore dell'arredo
moderno per il centro mobili e complementi, ideato e gestito da lei
dagli anni '70 agli anni '90. La mia seconda casa.
Come il centro cucine di mio padre,
che fin da piccolina mi portava a rovistare nei mercatini
d'antiquariato e brocantage a caccia di oggetti che io dico
“parlano”, impregnati di tracce di vita o di storia.
Ma sono affascinata anche dalla
bioarchitettura, dalla scienza dei materiali e delle costruzioni,
dalle loro applicazioni in architettura, ingegneria e design;
dall'evoluzione dell'illuminotecnica e delle fonti rinnovabili; dal
garden design e dall'applicazione delle nuove tecnologie al servizio
della progettazione.
Eclettica nei miei interessi e
competenze, pur avendo una formazione universitaria ad indirizzo
storico-artistico-letterario, ho costantemente aggiornato la mia
preparazione di progettista studiando prima privatamente, presso uno
studio di architettura ed ingegneria e poi iscrivendomi ad un Corso
intensivo e serio di Interior Design, presso l'Accademia Telematica
Europea.
Per affinare la mia credibilità
professionale, le mie competenze tecniche e darmi l'occasione di
diventare una libera professionista sempre più completa. Nel
rispetto del mestiere che svolgo, del mio esigente spirito e dei miei
clienti.
E' però stata la pratica sul campo a
forgiare la mia professionalità, ad acuire le mie consapevolezze in
merito alla sfaccettata complessità di questo bellissimo lavoro.
Considero inestimabile il tempo
trascorso nei cantieri affiancando ingegneri ed imprese edili nella
veste di progettista o referente unico oltre che consulente estetica
a tuttotondo. Potermi occupare di tetti, pavimentazione, infissi,
scale ed impiantistica, fare consulenza e ricerca di materiali,
aziende e professionisti specializzati della provincia, prima ancora
di occuparmi di scelte cromatiche per esterni ed interni, delle
soluzioni d'arredo, generale e di dettaglio e della presentazione
finale.
Potendo collaborare con artigiani
locali, un'altra mia grande passione, per carpire segreti dei loro
mestieri, consultarmi e far realizzare porte, finestre, scale e
capriate, imbottiture e mobili per i miei committenti, sempre su mio
disegno.
Sono convinta che un interior designer
esperto e consapevole possa essere un insostituibile punto di
riferimento e supporto per chiunque voglia, debba allestire uno
spazio in cui vivere, che sia per abitarvi o lavorare. Perchè sono
richieste molte competenze, “occhio lungo”, tempo, una
multidisciplinarietà ed elasticità mentale non comuni che solo un
professionista serio può garantire sapendo gestire ogni aspetto di
un progetto da realizzare, in qualità di responsabile e referente
unico su cui contare.
Empatia, concretezza, spirito di
sintesi e nel contempo d'insieme, attitudini decisionali, progettuali
oltre che creative ed estetiche. Gusto. Sfaccettate componenti che
entrano in sinergia attraverso l'occhio vigile di un interior
designer che deve anche essere dotato di una soglia d'attenzione
spiccata per interfacciarsi con tutte le maestranze, prevenire errori
di valutazione, prevedere o risolvere le inevitabili problematiche
che sempre sorgono durante un cantiere.
Deve saper rassicurare i clienti,
supportarli, dissuaderli con competenza da eventuali illusioni, e,
con intuito, indirizzarli verso scelte il più possibile affini alle
loro aspettative, priorità e abitudini. Riuscendo magari anche a
stupirli piacevolmente.
Soprattutto ci vuole uno spiccato
senso di osservazione, non soltanto visivo: a me accade di riuscire a
visualizzare, vedere in anticipo come potrà risultare un progetto
quando ancora nemmeno è stato imbastito. Per un non addetto ai
lavori può essere rassicurante, fare la differenza. Genera fiducia.
Per il buon esito di un progetto, una
felice collaborazione è ingrediente prioritario, imprescindibile,
parte integrante del mio lavoro: saper ascoltare clienti e
collaboratori , confrontarsi con idee altrui,, con umiltà,
concentrazione, estrema cura per ogni dettaglio oltre ad un pizzico
di sana, creativa follia, per creare un buon clima di lavoro e
sodalizi che durino nel tempo.
Non c'è nulla di tanto soddisfacente
quanto assistere in coro ad un progetto che prende forma, magari
vira, evolve fino a definirsi per diventare realtà, da abitare,
vivere, osservare.
L'ispiarazione può accendersi
attraverso un dettaglio architettonico, un taglio di luce, una
prospettiva particolare da cui osservo. Dall'atmosfera di una stanza.
Da una parete, che c'è o che manca... Da un dettaglio, anche poco
evidente. O da un effetto d'insieme che vorrei ottenere e da quello,
a ritroso risalgo fino al punto iniziale della progettazione. A
volte basta un complemento d'arredo già presente, magari desiderato
dal cliente. Spesso una sua frase...
E poi i luoghi, gli ambienti, le
strutture architettoniche emanano vibrazioni. Il contesto, la storia
di un luogo, i dettagli materici ed architattonici per me sono una
traccia imprescindibile di cui avere assoluto riguardo.
Trovo bellezza, spunti estetici anche
nelle “storture”, in pareti non perfettamente allineate, in muri
scrostati, in apparenti disarmonie o difetti che, col giusto sguardo
possono diventare addirittura linea guida per un intero progetto.
Che
andrebbe sempre cucito su misura del committente e della casa scelta,
come fa un sarto con gli abiti.
In
fondo “abitare” deriva dal
verbo latino “habito”, frequentativo di “habeo” in cui è
introiettata l'idea di possesso ed è matrice di una serie di
diramazioni semantiche tra cui “habitus”, il nostro “abito”
sia in quanto consuetudine che in quanto abbigliamento. Dunque
sottinteso vi è un radicato senso di appartenenza ed identità.
Quando mi sono trovata a provare
qualcosa di affine all' espressione “qui mi sento a casa” ho
sempre inteso qualcosa di molto più sottile del puro aspetto
estetico, della concretezza di uno spazio, del suo aspetto, come se
entrassi in risonanza...coi luoghi, con gli esseri viventi.
La mia ambizione: creare proposte
armoniose in cui possa ambientarsi il vissuto privato delle persone
contribuendo nel mio piccolo ma con competenza a farle sentire “a
casa”, a proprio agio.
Per questo ho scelto di vivere come
interior designer.
Un modo di stare al mondo.
Paola Regis
“pi punto erre”, le stesse iniziali di Progettazione, Ristrutturazione, Restyling...
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